Gozi: «Annuncio velleitario Sarebbe un atto antieuropeo»
Il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi (Pd) non appare eccessivamente preoccupato dall'intenzione del nuovo governo di Vienna di riconoscere agli altoatesini italiani anche il passaporto austriaco. «Ritengo - argomenta - che sia solo propaganda seguita ai fuochi della campagna elettorale. È una storia vecchia, è sempre stata una rivendicazione simbolica di alcuni ambienti politici austriaci». II presidente del Consiglio Ue Tusk auspica che il governo Kurz giochi un ruolo «pro-europeo».
Ma l'annuncia sui passaporti è di segno contrario...
Già, va in direzione opposta. Ma ne abbiamo sentite tante, di dichiarazioni fuori luogo, durante la campagna elettorale austriaca. L'importante è che ai proclami non segua alcuna iniziativa unilaterale.
C'è il rischio che si rinfocolino vecchie ceneri, innescando un altro caso Catalogna?
Non dobbiamo essere allarmisti. È chiaro che, se la mossa finisse per assumere i caratteri di una rivendicazione pantirolese o separatista, ci sarebbe evidentemente una reazione. La questione è regolata da un trattato internazionale. E l'Alto Adige è riconosciuto come un modello di risoluzione delle questioni territoriali connesse alla presenza di minoranze linguistiche e culturali.
E se qualche cittadino italiano, allettato dalla proposta austriaca, dovesse aderire?
Per ora la questione è prematura. Se Vienna andasse avanti unilateralmente, sarebbe un atto di politica anti europea Ma spero proprio che non avvenga.
Sdoganare la cittadinanza su base etnica potrebbe avere un effetto domino in territori vicini, come i Balcani, dove da secoli la convivenza è travagliata?
E proprio la gestione unilaterale delle minoranze, che in quei territori ha portato a disastri. Anziché guardare a un passato di tensioni, un governo proeuropeo dovrebbe lavorare per rafforzare la cittadinanza europea.
In Italia, il centrodestra accusa il Pd di minimizzare sul caso del doppio passaporto per non bruciare il terreno a Boschi e Delrio, possibili candidati in collegi altoatesini. Cosa replica?
Sono accuse strampalate. Come governo, e come esponenti del Pd, stiamo manifestando chiaramente la nostra posizione.
Tornando a Vienna, la scelta, nei mesi scorsi, di schierare i militari sul lato austriaco del Brennero in funzione anti migranti non è stata "distensiva". Nel dibattito elettorale austriaco, il Brennero è stato preso "in ostaggio".
Spero che resti una pagina sgradevole e non ho elementi per dire che il nuovo governo intenda proseguire su quella linea. Ricordo peraltro che, durante la crisi balcanica, se mai ci sono stati passaggi di frontiera, sono stati dall'Austria all'Italia e non viceversa.
C'è pure la questione del ricollocamento dei richiedenti asilo giunti in Italia. L'Austria non è fra i Paesi più propensi ad attuarlo.
Per noi, nella riforma del regolamento di Dublino è fondamentale inserire, nei momenti di crisi, la redistribuzione obbligatoria per quote dei richiedenti asilo. Ci auguriamo che un Paese che sarà presidente di turno Ue nel 2018 e che, per bocca del neo cancelliere Kurz, dice di voler restare in una linea europea, voglia lasciar perdere proclami unilaterali e lavorare in questa direzione.
Intervista di Vincenzo R. Spagnolo pubblicata su Avvenire del 19/12/2017
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